Una gestione efficiente delle baie di carico e scarico per ridurre le attese
L'anno scorso, uno studio del Centro Logistico Spagnolo (CEL) e di CargoON ha rilevato che oltre il 50% dei trasportatori segnala ritardi negli arrivi in magazzino più di una volta al giorno. E un recente studio di Federtrasporti evidenzia che le lunghe attese sono un problema anche in Italia: come rendere più efficiente la gestione delle baie di carico e scarico?
I dati del rapporto italiano, così come quelli del già citato studio CEL/CargoON e dell’indagine di settembre 2023 condotta da SCI Verkehr in Germania, sottolineano tutti che il problema dei tempi di carico è evidentemente una sfida da affrontare, rafforzando a sua volta l’importanza di soluzioni digitali come i sistemi di prenotazione delle baie di carico e scarico.
L’entità del problema
Secondo uno studio dell’associazione italiana dei trasporti Federtrasporti, in Italia i veicoli commerciali rimangono fermi in media per quattro ore al giorno, in attesa di caricare o scaricare. Questo, secondo l’indagine, è un problema gravoso, non solo per il trasporto su strada, ma per l’intera catena logistica.
I costi correlati
Le lunghe attese generano, per le aziende di trasporto, costi aggiuntivi che raramente vengono compensati. La situazione potrebbe però cambiare nel prossimo futuro. Nel suo rapporto, Federtrasporti fa riferimento ai commenti del Ministro dei Trasporti italiano, che segnala che l’Italia potrebbe seguire la Spagna nell’applicazione di sanzioni alle imprese committenti che fanno attendere eccessivamente i vettori per le operazioni di carico e scarico. L’inefficienza dei processi porta inevitabilmente a costi operativi aggiuntivi, sia per le imprese che per gli autotrasportatori.
Gli effetti a catena dei ritardi
In una lettera aperta, inviata a vari enti del settore lo scorso 19 febbraio 2024, l’associazione dei trasporti Fai Conftrasporto ha evidenziato la gravità delle implicazioni associate ai lunghi tempi di carico e scarico. La lettera elenca numerosi problemi, tra cui l’impatto negativo sul benessere degli autisti, la riduzione della sicurezza sul lavoro e l’aumento dei costi di trasporto. Allo stesso tempo, la lettera sottolinea come sistemi di comunicazione efficienti tra clienti e trasportatori possano migliorare sia la logistica che la sicurezza. Inoltre, la lettera invita tutte le associazioni di categoria a sensibilizzare i propri membri sul problema dei tempi di attesa.
Infatti, Uggè sostiene che ciò contribuisce alla carenza di autisti, poiché spinge le persone a scegliere lavori alternativi, che permettano loro di tornare a casa ogni giorno. Secondo quanto dichiarato da Federtrasporti, anche la salute professionale degli autisti ne risente, poiché la prolungata inattività è causa di maggiore stanchezza, stress e tensione muscolare. Inoltre, i tempi di reazione degli autisti subiscono un calo dopo diverse ore di inattività. Questo compromette la loro capacità di mantenere la concentrazione e di guidare i veicoli in modo sicuro.
I problemi non finiscono qui. Federtrasporti afferma che vi sono ulteriori rischi derivanti dall’accumulo di veicoli fermi nei punti di carico e scarico. Secondo l’associazione, infatti, la congestione che ne deriva può aumentare il rischio di incidenti, compresi quelli che coinvolgono sostanze pericolose o potenzialmente contaminanti.
Cosa cercano gli autotrasportatori italiani?
Per affrontare questo problema e incoraggiare pratiche virtuose per una migliore gestione, Federtrasporti ha formulato tre raccomandazioni. La prima è quella di controllare e tracciare i tempi di sosta, raccogliendo dati da strumenti come il cronotachigrafo, perché questo processo può identificare le anomalie e valutare soluzioni correttive da condividere tra il cliente e il vettore.
Per ridurre i tempi di attesa, Federtrasporti suggerisce anche di prevedere piani di carico e scarico fattibili e in linea con le caratteristiche dei luoghi in cui si svolgono queste attività. Ciò significa adottare adeguati sistemi di comunicazione e controllo, in grado di comunicare con il vettore e di informare gli autisti in tempo reale.
Infine, la lettera invita le imprese committenti a rispettare la legislazione (L. 286/2005) che riconosce un indennizzo ai vettori per compensare i ritardi nei punti di carico che non siano imputabili agli autotrasportatori stessi.
I dati della Germania
Nel frattempo, i dati provenienti dalla Germania mostrano che l’Italia non è l’unica ad avere questo problema. Un sondaggio condotto nel terzo trimestre del 2023 da SCI Verkehr ha rivelato che il 72% degli intervistati ha riscontrato ritardi ricorrenti nelle operazioni di carico presso i centri di distribuzione al dettaglio. Sebbene questa percentuale sia ancora incredibilmente alta, segna un leggero miglioramento rispetto al dato del 2022 (86%).
L’indagine ha anche indicato che i tempi di attesa alle rampe di carico possono essere considerevoli. In media, gli autisti hanno atteso tra i 15 minuti e le 2 ore, con il 68% che ha riferito attese da 1,5 a 2 ore.
Secondo il portale tedesco di settore DVZ, gli analisti di mercato affermano che i tempi di attesa persistentemente lunghi sono spesso dovuti a carenze di personale e a inefficienze organizzative.
L’utilizzo di strumenti digitali per risolvere il problema
Con un sistema di pianificazione delle baie di carico, è possibile gestire efficacemente le operazioni di carico e scarico attraverso fasce orarie designate. In questo modo, non solo si aumenta l’efficienza del magazzino in modo tangibile, ma si rafforzano anche le relazioni con i trasportatori. Inoltre, una maggiore efficienza può alleviare le tensioni tra il personale di magazzino e ridurre al minimo le attese prolungate dovute a problemi di coordinamento.
Non da ultimo, un gestionale per le baie di carico semplifica la comunicazione perché permette di centralizzare le informazioni, facilitare e velocizzare le interazioni tra reparti logistici, trasportatori e magazzini, garantendo così operazioni senza interruzioni secondo un calendario prestabilito. Questi strumenti non solo distribuiscono uniformemente i carichi di lavoro nell’arco della giornata, evitando picchi, ma consentono anche agli autisti di prenotare e modificare gli orari di arrivo in base allo stato dei trasporti.
Alcuni sistemi di pianificazione delle banchine consentono anche di accedere a report dettagliati contenenti alcuni KPI (indicatori chiave di prestazione), promuovendo una comprensione olistica di tutti i processi di magazzino, per massimizzare l’operatività e facilitare miglioramenti continui.
Considerata l’entità dei problemi sopra descritti, chi non ha ancora adottato una soluzione digitale sembra avere molto da guadagnare utilizzandone una. Diverse grandi imprese produttrici, che hanno già effettuato questo passaggio, possono certamente confermarlo. Dawn Foods, ad esempio, un noto produttore e distributore all’ingrosso americano di pane, prodotti da forno, miscele e altri prodotti alimentari, ha implementato con efficacia la programmazione degli slot delle baie di carico e scarico.
In un caso studio di CargoON, Ronny Sauer, European Supply Chain Analyst dell’azienda, ha rivelato all’inizio di quest’anno che Dawn Foods ha ridotto il numero di casi in cui tutti i camion arrivavano nello stesso momento:
MFO. SA, un’azienda manifatturiera del settore siderurgico, ha raccontato come l’implementazione di Dock Scheduler abbia fatto la differenza:
“La soluzione consente di ottimizzare la gestione della disponibilità di postazioni e rampe, la cui capacità può essere definita nel sistema dal dipendente. In breve tempo, Dock Scheduler ha permesso all’azienda di generare risparmi reali senza aumentare il numero di turni, il personale e le attrezzature. Grazie all’uso dell’automazione e dell’analisi dei dati, sono stati implementati con successo i cambiamenti nelle operazioni del magazzino, ottenendo la programmazione degli slot”, ha dichiarato Ksenia Fiuk, Implementation Manager di MFO. SA.