La logistica al centro della transizione della domanda
Secondo la ricerca dell'Osservatorio Contract Logistics "Gino Marchet" del Politecnico di Milano, la logistica si conferma al centro delle strategie di crescita delle aziende e cruciale per la competitività del sistema Paese, nonostante le incertezze e le criticità che ha dovuto affrontare negli ultimi anni.
I risultati della Ricerca
Si è tenuto ieri a Milano il Convegno di presentazione della ricerca 2024 dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano, dal titolo “La logistica al centro della transizione della domanda“. Come ogni anno, durante il convegno il team dell’Osservatorio ha restituito la fotografia del mercato italiano, condividendo i dati emersi grazie a una survey estensiva condotta su un campione di 800 aziende italiane per approfondire la domanda delle imprese committenti in termini di esigenze logistiche.
Di seguito condividiamo alcune delle principali evidenze di un mercato che nel 2024 raggiunge un valore di 117,8 miliardi di euro, con una crescita in termini reali dello 0,7% (1,7% in termini nominali) rispetto all’anno precedente.
Un contesto sfidante
Negli ultimi anni, il settore logistico si è trovato a operare in un contesto sempre più complesso, segnato da elevata instabilità e criticità ricorrenti. Nel panorama internazionale, dopo una fase che sembrava di stabilizzazione per le supply chain, sono emerse nuove interruzioni (si pensi al problema del transito navale nel Mar Rosso), con forti ripercussioni sui flussi logistici, in un contesto di crescita economica debole. A queste dinamiche globali vanno aggiunte peculiarità legate al contesto italiano, come la struttura degli appalti e l’adeguamento dei salari all’inflazione.
Costi in aumento
L’Osservatorio evidenzia che nel 2024 si è verificato un ulteriore aumento dei costi della manodopera (+4,3%), degli affitti (+6%) e dei tassi di interesse (+19,6%), mentre i prezzi dell’energia continuano a stabilizzarsi dopo il picco del 2022.
Il costo della manodopera rappresenta una sfida rilevante: oltre agli aumenti previsti dal Ccnl, incidono fattori organizzativi come gli accordi di secondo livello, menzionati dal 18% delle imprese, la bassa produttività (18%) e le difficoltà legate ad assenteismo (16%) e turnover (15%).
La transizione green
Secondo l’Osservatorio, l’80% delle aziende committenti ha adottato soluzioni green in modo significativo, una crescita sostanziale rispetto a dieci anni fa, quando la percentuale era del 13%. Tuttavia, rimangono dei margini di miglioramento nella misurazione dell’impatto ambientale: ben il 77% delle aziende mostra una bassa intensità in questo ambito.
Il 49% delle imprese calcola la CO₂ equivalente derivante dalle attività logistiche con una frequenza e un livello di dettaglio adeguati per i report di sostenibilità.
Nella transizione verso una logistica sostenibile, il trasporto su strada ricopre un ruolo chiave, con numerose opzioni tecnologiche oggi disponibili. Questa varietà di soluzioni, però, può generare incertezze e rallentare il percorso verso la sostenibilità. Attualmente, sono state censite 11 soluzioni, ciascuna a un diverso livello di sviluppo. Oltre ai combustibili fossili tradizionali (come B7, il gas naturale compresso e liquefatto – CNG e LNG), troviamo varianti di origine biologica, come B100 e HVO per i motori diesel, e bioCNG e bioLNG per i mezzi a gas naturale. Sono inoltre disponibili veicoli elettrici a batteria per lunghe percorrenze (BEV), mezzi a idrogeno con celle a combustibile (FCEV) o con motore a combustione interna (H2-ICE), e carburanti sintetici (e-fuels). Attualmente, le soluzioni HVO e bioCNG/bioLNG sono le più diffuse tra quelle non fossili.
Il 57% dei fornitori di servizi logistici impegnati nella transizione verso il green utilizza più soluzioni contemporaneamente, sfruttando lo sviluppo tecnologico differenziato, la vita utile dei mezzi e le caratteristiche specifiche delle diverse tecnologie.
La logistica è centrale, ma serve flessibilità